![]() |
Il medico omeopata passa poi a un interrogatorio esauriente, intorno ai sintomi fisici e psichici che il malato viene esponendo a viva voce.Prende nota di tutto ciò che può caratterizzare la persona che gli sta di fronte: come parla e si muove, come piange o ride, se tace o si smania.Egli deve riuscire a capire di che cosa soffra il malato nella sua forza vitale che si è alterata, fornendo così dei segni patognomonici visibili.Alla conoscenza soggettiva, appresa direttamente dal malato, il medico assegna maggiore importanza, perché il turbamento della forza vitale è il fenomeno causale che precede la malattia, la quale viene considerata come la conseguenza dell'alterazione delle forza vitale stessa.Generalmente, la comparsa di sintomi soggettivi precede il modificarsi corporeo patologico.Dopo i lavori di René Leriche e di altri ricercatori, la medicina attuale non dovrebbe avere difficoltà a riconoscere che le turbe funzionali precedono spesso e volentieri l'apparizione di lesioni.L'omeopata accorto, quindi, prestando attenzione alla comparsa e al mutarsi della sintomatologia del paziente, ha la possibilità di prevenire il male o il mutarsi in peggio della malattia già evidente. |
|